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lunedì 31 maggio 2021

UNA ROTONDA SUL MARE
“Una rotonda sul mare” è il titolo di una celebre canzone degli anni '60, ma può essere anche il titolo di questa bella fotografia del 1940. La rotonda, costruita a spese dall’industriale Domenico Paone nel 1928, per difendere l’abitato del rione Mola dalle mareggiate. L’opera di notevole consistenza consolidò la fama e il favorevole apprezzamento dei formiani verso quel generoso imprenditore.

lunedì 24 maggio 2021

CERIMONIA DI CONSEGNA DELLA MEDAGLIA D'ARGENTO AL VALORE CIVILE ALLA CITTA' DI FORMIA 
Nell'ambito dei festeggiamenti del Centenario dell'Unità d'Italia, il 9 aprile 1961, con una solenne cerimonia svoltasi in piazza Guglielmo Marconi (conosciuta come piazza Santa Teresa), Il gonfalone di Formia viene insignito di medaglia d'argento al valor civile. Alla presenza di autorità civili e militari, il Ministro della Difesa dell'epoca on. Giulio Andreotti, dopo aver pronunciato un solenne discorso introduttivo, fregia il nostro gonfalone con una splendida medaglia d'argento.
La pergamena che accompagnava il prezioso riconoscimento, cita testualmente:
"Sopportava con intrepido coraggio e fiero comportamento ripetuti e violenti bombardamenti che distruggevano la maggior parte del centro abitato ed uccideva numerosi suoi figli. Teneva, nei confronti del nemico, sereno ed eroico contegno mai piegando nella sua fede in un'Italia migliore."
 Nelle foto il momento più significativo della cerimonia e una veduta della piazza gremita di gente. 

martedì 18 maggio 2021

IL TEATRO DI VARIETA' "LO CHALET"

Nel 1898, il Consiglio Comunale di Formia delibera la costruzione di un Teatro da utilizzare per spettacoli di varietà e riunioni culturali . Nel 1900 il teatro venne inaugurato con il nome "Lo Chalet" per via della sua somiglianza architettonica allo stile Liberty. L'edificio, costruito dall'imprenditore Gaetano Grasso, era dotato di 250 posti a sedere in platea oltre alcuni palchetti posizionati sui lati della sala. Uno splendido sipario finemente dipinto a mano separava la sala dal palco. La pavimentazione in parquet e una serie di camerini posizionati nella parte sottostante al palcoscenico completavano l'opera.  Lo Chalet aveva un'orchestrina propria che si esibiva dal vivo in tutte le rappresentazioni teatrali ed era così composta: Bianca Vanocore al pianoforte, Pasquale Matteis primo violino, Umberto Paolino secondo violino, Angelo Franzini tromba, Sturnino Satirio contrabbasso e Salvatore Lombardi batteria. Bianca Vanocore e Pasquale Matteis, coniugi e genitori del dr Giovanni Matteis (Ninì) già sindaco di Formia, avevano l'onere di preparare le musiche e coordinare l'orchestra. 
Nelle foto una grande tela che occupava il fondo della scena sul palco, sotto alcuni elementi dell'orchestra, da sinistra: Bianca Vanocore, Umberto Paoline e Angelo Franzini.

venerdì 14 maggio 2021

LA LITORANEA CONTROVERSA
Nel febbraio del 1958 veniva inaugurata la strada statale Flacca, fortemente voluta dall’allora giovane sindaco di Gaeta, Pasquale Corbo. La grandiosa opera, finanziata dalla Cassa per il Mezzogiorno, arrecò notevoli vantaggi al Comune di Gaeta, che fino ad allora aveva sofferto la distanza dalla via Appia. Ma veementi furono le proteste dei cittadini formiani per la realizzazione dell’opera che nel tratto che attraversa Formia viene chiamata Litoranea. Già dal 1951 il Soprintendente alle Antichità dell’epoca, prof. Salvatore Aurigemma, rilevava energicamente che i danni arrecati al patrimonio archeologico sarebbero stati ingentissimi. Il nuovo asse viario, prevedendo il passaggio sull’area dove sorgeva la dimora di Cocceio Nerva, inevitabilmente avrebbe provocato la distruzione di alcuni tratti dell’antico e ben conservato “muro di Nerva” e di altre strutture ciclopiche. Si suggeriva la possibilità di prevedere l’attraversamento di Formia circonvallando a monte l’abitato, progetto, tra l’altro, già ideato dall’architetto Gustavo Giovannoni, impegnato nella realizzazione del Piano di Ricostruzione per la città di Formia. Ci fu anche un esposto avverso la costruzione della strada presentato al Ministero competente da parte di un nutrito gruppo di cittadini formiani. Il Consiglio Superiore delle Antichità il 22 giugno 1954 così motivava il proprio diniego al nullaosta: «…parere assolutamente contrario all’attuazione della litoranea secondo il tracciato proposto dalla Cassa per il Mezzogiorno in quanto esso, svolgendosi a valle dell’abitato, oltre a presentare il grave inconveniente di separare l’agglomerato cittadino dal mare, avrebbe arrecato irreparabile danno all’ambiente paesistico circostante e ai resti archeologici ivi esistenti…», giudicando favorevolmente la soluzione “pedemontana” prevista dall’architetto Giovannoni. L’Amministrazione Provinciale di Latina, ente preposto ad utilizzare i fondi, non voleva però rinunciare alla costruzione dell’opera così come progettata e riuscì a strappare l’autorizzazione a realizzare il solo tratto di Vendicio, non incluso nell’area d’interesse archeologico. I politici interessati alla realizzazione dell’opera e la Provincia si resero anche disponibili a ridimensionare il progetto. L’ipotetica possibilità di avere un viale immerso tra “resti archeologici”, fece capitolare le ultime resistenze delle Soprintendenze. Nel 1955 anche il tratto più interessato da resti archeologici, dalla località Rialto fino al largo Paone, venne autorizzato. La somma stanziata per gli espropri, era insufficiente e il Parco Archeologico rimase un progetto mai realizzato. Fu così che con l’astuzia e la tenacia di chi voleva realizzare quest’opera, venne abbattuto una porzione di 12 metri di lunghezza per 3 metri di altezza del “muro di Nerva” per consentire il prosieguo della Litoranea. Anche il passaggio al di sotto della Villa comunale fu motivo di grandi polemiche. La prima proposta progettuale fu quella di passare alla base della villa comunale, si trattava di una galleria aperta sul lato mare ma che probabilmente avrebbe dovuto sacrificare la parte sud dei Criptoportici e collocare dei pilastri nel mezzo delle piscine romane. Per fortuna questa soluzione fu immediatamente cestinata. Alla fine prevalse il buon senso e il passaggio sotto i giardini pubblici fu realizzato nella soluzione meno impattiva. Analoghi problemi si presentarono giunti al Largo Paone. Una prima soluzione prevedeva il collegamento della Litoranea da Largo Paone all'Appia passando attraversando il centro urbano del quartiere di Mola. La soluzione adottata però fu quella di un viadotto, progettato e diretto dall’ing. Giuseppe Carollo. Il viadotto, antistante la torre di Mola, ha già creato grossi problemi alla viabilità, alcuni pilastri di sostegno con fondazioni a mare hanno già subito più volte un abbassamento, che ha imposto urgenti interventi di consolidamento.
Lo stralcio planimetrico del comprensorio del Parco Archeologico che doveva realizzarsi a valle della Litoranea, con evidenziato in rosa l'area interessata e una foto aerea degli anni Sessanta della zona, dopo il passaggio della Litoranea; La proposta progettuale del passaggio alla base della villa comunale; Il collegamento della Litoranea con il centro urbano del quartiere di Mola; Il viadotto in costruzione.

lunedì 10 maggio 2021

LA DEMOLIZIONE DEL MURO DI NERVA
Per consentire il passaggio della Litoranea sono stati demoliti circa 12 metri lineari del muro di Nerva in un punto in cui si innalzava per oltre 3. Il Ministero competente, dopo aver sottoposto il progetto al Consiglio Superiore delle antichità e Belle arti, espresse il 22 giugno 1954 il seguente parere: "Parere assolutamente contrario all'attuazione della Litoranea secondo il tracciato proposto dalla Cassa per il Mezzogiorno in quanto in esso, svolgendosi a valle dell'abitato, oltre a presentare il grave inconveniente di separare l'agglomerato cittadino dal mare, avrebbe arrecato irreparabile danno all'ambiente paesistico circostante e ai resti archeologici ivi esistenti". Lo stesso Consiglio Superiore delle antichità e Belle arti aveva immediatamente espresso il seguente parere favorevole: "Si giudica favorevolmente la soluzione indicata come "Pedemontana" in quanto assumendo funzioni di via di scorrimento celere al di fuori del'abitato ed essendo a monte della ferrovia, presenterebbe caratteristiche tali da impedire l'allinearsi di case lungo di essa..." Non ostante i pareri contrari e la possibilità di un tracciato alternativo pedemontano, (oggi di grande attualità), le pressioni politiche da parte dell'Amministrazione Provinciale e la promessa, mai mantenuta di realizzare un Parco Archeologico, la Litoranea fu costruita con la conseguente demolizione del muro di Nerva che è stata una delle peggiori aggressioni al "NOSTRO" patrimonio archeologico.