Cerca nel blog

Etichette

domenica 16 dicembre 2012

domenica 2 dicembre 2012

INVITO ALLA LETTURA


TUTTA LA LUCE DEL GIORNO
di Roberto Tortora
La routine di una cittadina sul mare del basso Lazio viene rotta dalla dinamite che fa saltare per aria i negozi del centro commerciale. Anche Wanda, commerciante scaltra e mamma apprensiva, riceve lettere minatorie a scopo estorsivo, ma non viene sostenuta dal marito Edoardo, distratto da un farsesco amore clandestino e da mille problemi. È così che Wanda finisce tra le braccia del commissario Bra, riaccendendo una passione liceale. Una vicenda che renderà malconci tutti, compresi la sedicenne Lucy alle prese con la scoperta del sesso e gli altri figli dei protagonisti.
Fino al riscatto finale.
pagine 404
euro 16,00
genere: Gialli | Thriller
novembre 2012

martedì 23 ottobre 2012

I MITICI DI FORMIA: PEPPE SFRAGASSO DI NOME E DI FATTO



Nel mio ricordo e suppongo anche in quello di moltissimi formiani, è ancora vivo il nomignolo di una persona, forse unica nel suo genere, che ha fatto del suo nome e cognome un vero e proprio soprannome: Peppe Sfragasso al secolo Giuseppe Sfragasso.

Nato a Formia il 21 marzo 1928 il caro Peppe si è sempre contraddistinto per le sue "baruffe" e per la sua grande passione per le "bionde", ma non di quelle in carne ed ossa ma liquide e con un solo nome "Peroni".

L'amore sconfinato per la birra lo ha condotto a commettere le azioni più impensate che lo hanno portato all'attenzione della cronaca spicciola quotidiana tra gli anni Sessanta e la fine degli Ottanta.

Molti se lo ricorderanno come funanbolico cameriere presso lo storico bar "Triestina".Con il vassoio stracolmo di bottiglie e bicchieri mentre faceva lo slalom tra le automobili per servire i clienti ai tavoli di fronte al bar su Via Vitruvio. Oppure durante le sedute del Consiglio Comunale che si svolgeva nella Biblioteca, Beppe, tuttofare, era a disposizione dei componenti del Consiglio, fungendo anche da buttafuori in caso di chiassose contestazioni.

Io l'ho conosciuto anche in ambito lavorativo, perché assunto alle dipendenze dell'Amministrazione Comunale, ci lavorò fino alla sua morte; sempre disponibile e altruista.

Mi piace ricordarlo in un singolare episodio che lo vide coinvolto con l'allora sindaco Antonio Ferrone. In occasione del cambio dell'Ammiragliato nella base navale Nato di Gaeta, era costume far visita, da parte del nuovo comandante, ai Sindaci delle città del Golfo.

Quella mattina Sfragasso era stato contattato per servire il buffet: come sempre ben distinto con il suo vestito nero, i capelli unti all'olio d'oliva e i suoi occhialoni scuri (che non toglieva neanche di notte) si presentò puntuale prima dell'inizio della cerimonia.

Arrivato il nuovo Ammiraglio, che non conosceva fisicamente il Sindaco, si diresse verso Peppe allungandogli la mano per il saluto all'Autorità, prontamente venne indicato il sindaco Antonio Ferrone.

Purtroppo l'amore per le "bionde" ce l'ha portato via prima del tempo E' venuto a mancare il 1.1.1989. A 23 anni dalla sua scomparsa lo ricordo sempre con affetto, quando lo incontravamo per via Vitruvio aveva sempre una parola dolce e una caramella da regalare a mio figlio.

Il giorno del suo funerale, dietro sua espressa richiesta, insieme al feretro è stata inumata una bottiglia della sua amatissima "bionda".

lunedì 28 maggio 2012

NICOLAS POUSSIN E IL MARTIRIO DI SANT'ERASMO

Il Martirio di S. Erasmo dipinto tra il 1628 e il 1629 da Nicolas Poussin (Les Andelys 1594 - Roma 1665), è un olio su tela di grandi dimensioni (cm. 320 x cm.186), raffigurante Erasmo vescovo di Formia mentre subisce il martirio, durante le persecuzioni di Diocleziano nel 303 d.C. Di questo dipinto sono noti almeno altri due bozzetti, eseguiti dal Poussin come studio preliminare all'opera finale.
Un bozzetto, di cui non mi è dato di sapere le dimensioni, è custodito presso il National Gallery di Ottawa in Canada; un secondo, di dimensioni minori (cm.98 x cm.75,4), è custodito presso la Galleria Nazionale d'Arte Antica,  in Roma.
I due bozzetti non si discostano dall'opera definitiva se non per le dimensioni e per minime differenze, mentre sostanziali sono le differenze stilistiche. Il bozzetto di Ottawa è stato realizzato con pennellate rapide e con poche rifiniture; mentre il bozzetto di Roma è di buon livello, eseguito con fattura meno rapida, con chiaroscuri più intensi ma con le espressioni dei volti meno drammatici.
Nel 1630 Nicolas Poussin dipinge una nuova tela di maggiori dimensioni (cm.240 x cm. 307). Di quest'opera non se ne conosceva l'esistenza, fino a quando in una Biblioteca di fotografie e ritagli di studio tra il 1930 - 2000 ( Francine Clark Art Institute Records, Sterling e Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts), non è stata rinvenuta una fotografia in bianco e inventariata al numero 723, con la didascalia  "Dresda, Gemaldegalerie n. 723/ N. ​​Poussin, Marter des H. Erasmus / VA Bruckmann, Munchen, 1902". La fotografia fu eseguita 1902 quando l'opera era custodita nella città di Dresda in Germania. Il bombardamento diDresda da parte della Royal Air Force e della United States Air Force United,   avvenuto fra il 13 e 14 febbraio 1945, fu uno degli eventi più tragici della seconda guerra mondiale.  Tre bombardamento a tappeto degli Alleati rasero al suolo una gran parte del centro storico di Dresda, causando una strage di civili e la distruzione di numerose opere di architettura e d'arte,tra cui il bellissimo dipinto di Poussin, che oggi purtroppo, possiamo solo ammirare in una fotografia in bianco e nero.
Nell'opera custodita in Vaticano, il pittore rappresenta il Martire in primo piano, un sacerdote che indica la statua di Ercole (l'idolo pagano che Erasmo aveva rifiutato di adorare, subendo per questo il martirio sulla pubblica piazza), un soldato romano a cavallo incaricato dell'esecuzione, il carnefice che estrae l'intestino, facendolo arrotolare intorno a un argano da marinai, un frammento di architettura classica e angeli che scendono verso la vittima, recando la palma e la corona simboli del martirio. Nel dipinto andato distrutto il sacerdote non indica la statua di Ercole, anche se la stessa è presente in alto a destra. Non sono presenti né gli angeli, né Il soldato a cavallo; i polsi del martire non sono legati da funi, ma da catene e le caviglie, libere nel primo dipinto, sono legate da funi del dipinto perduto.
Le due tele sono completamente differenti; quindi non ci troviamo di fronte ad un bozzetto od uno studio preliminare. Si tratta di un'altra vera e propria opera che il Poussin ha dipinto successivamente. Nel primo quadro, commissionato dal Vaticano, è probabile che gli furono date delle indicazioni ben precise, da lui attuate.
Successivamente ha dipinto il martirio come forse avrebbe voluto; ed è dimostrato dal fatto che, fino alla sua distruzione era custodito in Germania e non in Italia. Il secondo dipinto, che purtroppo possiamo ammirare soltanto in bianco e nero,  a mio parere, è di migliore fattura e presenza scenica: evidentemente il Poussin lo ha sentito più suo e lo ha voluto rappresentare in una forma più realistica.
Le immagini sono nell'ordine: il dipinto custodito nei Musei Vaticani ed il dipinto distrutto.
                                                                                         

lunedì 23 aprile 2012

martedì 10 aprile 2012

DA MOLA DI GAETA A FORMIA, NEGLI ANNULLI POSTALI DEL XIX SECOLO



Nel 1840, per la prima volta nel mondo, fu introdotto in Inghilterra l'uso del francobollo come mezzo di pagamento del servizio di corrispondenza.


Nello stesso periodo in Italia, o meglio, nei diversi Stati in cui il trattato di Vienna del 1815 aveva diviso il territorio italiano, il servizio veniva ancora pagato direttamente all'amministrazione postale, quasi sempre a cura del destinatario.


Sempre nel congresso di Vienna venne sancito la riunione del Regno di Napoli con quello di Sicilia per formare il Regno delle due Sicilie. Il Regno di Napoli comprendeva tutti i domini ”al di qua del faro (di Messina)” e cioè il basso Lazio, l'Abruzzo, la Campania, la Puglia e la Calabria. Il Regno di Sicilia comprendeva tutte le province "al di là del faro" e cioè Caltanissetta, Catania, Girgenti, Messina, Noto, Palermo e Trapani.


Officina di Posta si chiamava nel XIX secolo l'Ufficio Postale. Quella di Mola di Gaeta ebbe i suoi natali all'inizio del 1800: officina che riceveva la posta e la smistava per tutto il Regno di Napoli ed anche al di fuori.


L'Officina di Posta di Mola di Gaeta era importante per la sua strategica collocazione sull'Appia tra Roma e Napoli, sul cammino di Itri, Fondi, con prosecuzione per Terracina e Roma, sulla strada corriera pontificia verso nord e sul cammino del Garigliano, S. Agata, Sparanise, Capua, Aversa e Napoli verso sud. Numerosi comuni limitrofi, come Maranola, Castellonorato, Spigno, Fratte (oggi Ausonia), Coreno, Castelforte, SS.Cosma e Damiano e San Giorgio a Liri, Sant'Apollinare, San Giovanni Incarico, si servivano dell'Officina di Mola per smistare la propria corrispondenza; anche Gaeta, fino a che non ebbe la propria Officina di Posta, istituita intorno al 1840-45, fu costretta a concentrare la propria corrispondenza presso l'Officina di Mola.


La corrispondenza, in partenza, veniva bollata con un annullo identificativo della città. In epoca di dominazione francese , nel 1809, vennero utilizzati due annulli di tipo lineare, il primo con la lettera iniziale "M" più grande del resto del timbro e quasi sempre di colore nero, raramente in rosso, il secondo tutto di eguale dimensione ma con le lettere più distanziate fu utilizzato con inchiostro di colore nero e rosso.


Con la Restaurazione borbonica del 1815, gli annulli lineari furono utilizzati ancora per un decennio; nel 1826 vennero sostituiti con un annullo di forma ovale a sua volta sostituito con un ovale di dimensioni maggiori intorno al 1845. Questi annulli, di colore nero e rosso, furono utilizzati anche quando comparvero (1° gennaio 1858) i primi francobolli del Regno di Napoli (filatelicamente diviso dal Regno di Sicilia) con l'aggiunta di un secondo timbro con scritta "annullato" che veniva apposto sui francobolli.


Nel 1859 i bolli ovali furono sostituiti da bolli circolari muniti di data, quasi sempre di colore nero e utilizzato anche per annullare i francobolli.


Con Regio Decreto n. 507 del 13 marzo 1862, Mola di Gaeta riprese l'antico nome di Formia e l'officina di Posta venne dotata di bollo con doppio cerchio con scritta Formia tra i due cerchi e data su tre righe all'interno.


Intorno al 1870 il doppio cerchio "Formia", di dimensioni leggermente maggiori veniva abbinato con un timbro numerale, 1052, di forma rettangolare puntiforme che veniva utilizzato per annullare i francobolli.


Nel 1877 l'annullatore numerale puntiforme venne sostituito con altro sempre con il numero 1052 ma di forma circolare e formato da barre orizzontali, l'anno successivo il doppio cerchio venne sostituito con timbro a cerchio unico.


Nel 1889 gli annulli numerali vennero dismessi ed entrò in uso un timbro formato da un cerchio semplice con datario (lettera 11), sostituito alla fine del secolo con un annullo tondo riquadrato. Con Regio Decreto n. 2775 del 6 gennaio 1866 al comune di Formia viene conferito il titolo di Città, con una simpatica e curiosa condizione "... d'istituire ogni anno nel Nostro giorno natalizio due maritaggi di L. 100 caduno a favore delle donzelle povere ed orfane..."

Nella foto gli annulli di Mola di Gaeta e quelli di Formia.