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mercoledì 28 ottobre 2020

UNA CHIESA DI FORMIA RITROVATA: SANTA MARIA DELLE GRAZIE

di Salvatore Ciccone

(Terza parte)

Per il ritrovamento della chiesa Madonna delle Grazie è stato determinante il disegno del 1788 dell’architetto Charles Percier, la cui piantina e la vista della facciata si confrontano con l‘entità di un edificio del tutto avulso posto sul bordo della via Appia, in corrispondenza con l’incrocio della cointitolata via. È da sottolineare infatti come in questo genere di sacre costruzioni e non solo, informazioni scritte dai documenti d’archivio non riescono da sole ad individuarne l’esatta posizione né per lo più l’aspetto definito. Dunque questa ricerca ha avuto successo perché quel disegno ha costituito l’anello mancante della catena di informazioni destinata altrimenti a rimanere interrotta[S1] ; non solo, perché l’obiettivo che mi ero posto era quello di identificare il luogo cui il disegno era riferito, per il recupero di una testimonianza di elevato interesse di un periodo del territorio di Formia. 

Il più approfondito esame dell’illustrazione fornisce molte informazioni e spunti di ricerca a partire dalla piantina. Dalla sua prima osservazione si verifica un disorientamento nel confronto con la facciata. Si è infatti tratti in inganno dal parziale ripasso a penna sulla matita, che evidenzia spostato verso la destra della facciata uno dei due opposti protiri, mentre nell’aspetto esso appare sulla sinistra: in realtà si vede come il ripasso a china, anticipato da prove di pennino, dovesse essere eseguito su tutta la pianta ma poi interrotto. Dunque la facciata figurata si riferisce alla parte rimasta a matita. Ad incalzare lo sviamento è il basso muretto su cui sembrano poggiare le colonne del protiro e che quindi non appare corrispondente alla piantina: invece si tratta di una sovrapposizione di due elementi distanti tra loro, cioè tra le colonne, sicuramente per consuetudine elevate su un basso piedistallo quando non su ‘leoni stilofori’, e il muretto che nella piantina recinge il sagrato.

La specularità degli accessi e dei sagrati indica chiaramente che l’edificio fosse affiancato ad una via, come il consimile coevo esempio a Fondi della chiesa di S. Maria del Soccorso (come è stato rilevato da alcuni lettori) pure sulla via Appia, ma nel tratto occidentale dalla città. Qui non si presenta una compiuta recinzione ed è possibile che l’intangibilità del sagrato fosse evidenziata dalla pavimentazione acciottolata; nel nostro caso invece il basso muretto poteva già da solo definire l’area sacra. Per di più le due aree sporgono da un fianco del corpo di fabbrica aprendo dei passaggi, oltre a quelli posti in asse ai protiri, e questo per invogliare al massimo l’accesso sul tratto viario. Pertanto questa particolarità indica che nella parte in basso della piantina corresse la via, ciò che oltremodo confermato nell’aspetto, dove si vede un cippo paracarro nella terminazione sinistra del muretto; quindi la facciata ritratta quella a destra della piantina cioè rivolta verso oriente, da quanto si evince dalle ombre a metà mattina. Ovviamente le apparenze ingannano e nella prospettiva centrale la recinzione sembra contenuta nella facciata, complice anche la copertura data dalla colonna del protiro; si spiega perciò anche l’avanzamento del pioppo sulla sinistra dell’immagine che doveva situarsi sul bordo della strada verso Mola. 

Riguardo alla forma del protiro, interessante è la copertura a lastrico del resto usuale in queste zone, per stagliare l’arco ogivato. Questo mostra un risalto sull’archivolto con uno stemma in chiave; le colonne hanno capitelli corinzi di forma classica e verosimilmente elementi antichi di spoglio; nella piantina appare l’indicazione di un soffitto con volta a crociera. La struttura è comunque concepita alla sua sola funzione statica e non certamente il resto di un campanile, come ad esempio nella chiesa di S. Maria in Castagneto: i ritti e l’arco ricordano l’accesso alla cattedrale di Gaeta sotto il campanile, ma per quello inglobati in più resistenti piedritti.

La porta di ingresso che si intravede in ombra delinea un ricercato portale con cornice a dentelli, forse anche di recupero, e sopra una lunetta ogivale dove sembra intravedere una immagine. 

Riguardo il lucernario a rosone, sicuramente ad elementi marmorei dell’epoca, si nota contornato da puntini, probabilmente indicativi di una decorazione a ciotoline di maiolica, come nelle parti trecentesche della SS. Annunziata di Gaeta e documentatamente attorno agli archetti della merlatura della Torre del Castello di Mola riferibili alla fine del Duecento: in effetti l’altezza della facciata, più goticheggiante, ne accomunerebbe la datazione. Da notare sotto il rosone le buche pontaie atte all’inserimento dei pali di sostegno dei tavolati per le ricorrenti manutenzioni. Il tetto ha falde poco inclinate, forse così valutate dal basso, comunque ammissibili nelle nostre zone purché coperte con tegole di tipo romano, tant’è che lo sporto è appunto sottile.

Nella piantina nulla si evince dell’interno, forse perché nell’occasione non visibile, ma è certo che l’altare fosse nel vano monte della navata. Invece nello spazio dei due sagrati incuriosisce l’indicazione con dei puntini sulla linea delle colonne dei protiri, come se vi dovessero essere delle colonne a dividere le navate di due cappelle speculari. Vista la forma compiuta dei due avancorpi d’ingresso, questo appunto pare del tutto arbitrario forse nel ricercare posteriormente una ragione ad un impianto così originale. 

Questo è quanto in grandi linee si può ricavare dall’analisi del disegno certamente ben più di quanto ci possono dire ad ora più generici documenti d’archivio. Questo è quanto emerge restando nell’obbiettivo di un recupero alla conoscenza della comunità e alla fede in questo momento più viva.

 

Immagini:

– L’illustrazione di Charles Percier della chiesa identificabile con la Madonna delle Grazie: in basso la piantina dell’edificio a parte ingrandita (da Aldo Treglia, Mola e Castellone di Gaeta oggi Formia, 2014).

- Le due opposte facciate della chiesa di Santa Maria del Soccorso a Fondi.

 

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