"AMBIGUITA' CICERONIANE"
Il viaggio che da Roma conduceva a Napoli, aveva come tappa obbligata: Mola di Gaeta (oggi Formia) che, trovandosi a metà strada del lungo percorso, consentiva ai viaggiatori di avere alcune ore di riposo, ed ai postiglioni delle carrozze di effettuare il cambio dei cavalli.
Gli alberghi più frequentati dai viaggiatori dei "Grand Tour" erano due: il "Cicerone" e il "Dell'Angiolo".
Si cade spesso nell'errore di identificare l'albergo Cicerone all'interno della villa Caposele (oggi Rubino), in realtà il “Cicerone” era ubicato a ridosso del ponte di Rialto mentre nella villa del principe di Caposele era ubicato l'albergo “Dell’Angiolo”. Ambedue forniti di ampia terrazza con vista sul mare e giardino ricolmo di agrumi, ben descritti dai viaggiatori ospitati.
L'astuzia del gestore nel chiamare l'albergo con il nome di Cicerone, probabilmente traeva in inganno i viaggiatori che nei loro appunti annotavano di essere stati ospitati in una locanda costruita sui resti della villa del grande oratore romano. É quindi difficile stabilire con sicurezza, in quale dei due alberghi si sia fermato ciascun ospite.
Il principe di Caposele, proprietario della Villa che venne poi “ceduta” ai sovrani Borbonici, pensò bene di adibirne una parte ad albergo, come si evince da una litografia a carattere pubblicitario disegnata da Pasquale Mattej. Nella stessa, dopo la descrizione pubblicitaria dell’albergo, in italiano ed in francese, si legge un simpatico avvertimento: «I sigg. Forestieri sono pregati di non ascoltare i postiglioni che tentano sempre di condurli altrove per loro utile».
Giuseppe Acerbi, poliedrico personaggio: scrittore, esploratore, archeologo, naturalista e musicista italiano (Castel Goffredo 3.5.1773 – 25.8.1846), è stato quello che con un suo scritto ha dissipato ogni dubbio sull’ubicazione dei due diversi alberghi in Formia, poco distanti tra loro.
Trascrivo un brano tratto dal suo libro “Viaggio da Roma a Napoli”, pubblicato nel 1834:
«(...) Sabato 25 ottobre. A Mola di Gaeta alloggiai all’Albergo del Cicerone, posto in una posizione deliziosa. Pochi passi più innanzi vi è un altro albergo detto dell’Angiolo ed è la villa stessa del principe di Caposele locata per albergo. Questi due alberghi fanno tentazione di rimanervi una settimana, tanto più se ai begli avanzi di antichità si aggiunga il buon Falerno che si beve in questi alberghi. Ambedue hanno un giardino delizioso pieno di aranci esposti al cielo senza bisogno di riparo per l’inverno. Clima beato, località deliziose, posizione invidiabile se avesse le cose che le mancano! All’albergo fui trattato di una cena squisita con buon Falerno, che conservasi in barili ma che mettesi in bottiglie tosto che vi si mette mano.
Domenica 26 ottobre. Partito alle 6 di mattina. Dopo aver pagato un conto di tre piastre ossia 36 carlini. Ma la vista che gode quest’albergo rende meno grave la soperchieria dell’albergatore. La vera villa di Cicerone è però l’altro albergo. La guida è inesatta (...)».
Come non presumere, dato il tono risentito dell’avviso, un accordo lucroso sottobanco tra il gestore dell'albergo Cicerone e i postiglioni?
Nelle immagini una fotografia dell'albergo Cicerone, una veduta aerea che indica la giusta posizione dei due alberghi, la litografia pubblicitaria dell'albergo dell'Angiolo realizzata da Pasquale Mattej e un ritratto di Giuseppe Acerbi opera del pittore Luigi Basiletti.
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