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domenica 7 febbraio 2021

“FURMIANA CIVITATE DESTRUCTA”

“Furmiana civitate destructa”, questa espressione medioevale condannò definitivamente all’oblio la città di Formia per un millennio, dopo che i Saraceni nell’846 ne distrussero le ultime tracce. Fu nei pressi del bacino del fiume Garigliano che si svolse, nel 915, quella che passò alla Storia come la prima battaglia del Garigliano, dove i saraceni furo sconfitti e cacciati. Altre due ne seguiranno: una nel 1503, anno in cui gli spagnoli stabilirono il loro dominio sul regno di Napoli a scapito dei francesi, e una nel 1860, quando l’esercito piemontese sconfisse definitivamente i Borboni. Gaeta nel frattempo era divenuta una città importante, consolidata nella sua roccaforte, che trasformò quello che era rimasto della gloriosa Formia in un sobborgo. Soltanto nel 1799, dopo l’occupazione francese, gli abitanti del sobborgo mossi da quell’aria rivoluzionaria che si respirava, fondarono la “Comune di Formia – Mola e Castellone”. Con il ritorno dei Borbone nel 1820 il comune di Castellone e Mola, subì un secco rifiuto alla richiesta di poter riacquistare l’antico nome di Formia. La neonata amministrazione di Castellone e Mola ebbe la prima sede nel palazzo Forcina, ubicato nel centro storico di Castellone, ma la posizione poco decentrata fece ben presto trasferire la sede municipale nel palazzo Petrucci sull’Appia, (all’imbocco dell’attuale via Lavanga) presso la chiesa di Santa Teresa, dove stava avvenendo la maggiore espansione della popolazione. Per riacquistare l’antico nome, la nuova Amministrazione ha dovuto attendere l’unità d’Italia, infatti solo nel 1862 con Regio Decreto n. 507, datato 13 marzo 1862, fu ripristinato l’antico nome di Formia e con successivo decreto n. 2775, datato 6 gennaio 1866, al Comune di Formia fu conferito il titolo di città.

La prima immagine è tratta da un manoscritto illustrato riccamente con 574 miniature, opera di John Skylitzes, custodita nella Biblioteca Nacional de España a Madrid e rappresenta la cacciata dei saraceni dalle nostre coste nel 915. La seconda è un olio su tela del 1840, opera del pittore francese Henri Félix Emmanuel Philippoteaux e rappresenta la battaglia del Garigliano del 1503. La terza è una litografia acquerellata opera dell’artista P. C. Gaisfler e rappresenta la Battaglia del Garigliano del 3 novembre 1860, custodita nel Museo del Risorgimento di Torino. Di seguito un raro disegno di Paquale Mattej del 1857, dove lui stesso annota l’ubicazione della sede municipale e i decreti n. 507del 1862 e n. 2775del 1866.






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