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domenica 20 febbraio 2022

L’ANTICA VIA APPIA CHE ATTRAVERSA FORMIA
Tra le opere straordinarie che gli antichi romani ebbero la capacità di realizzare è senza dubbio da menzionare la via Appia. La prima autostrada della storia: la “Regina Viarum”, come la chiamavano i Romani, era formata da una pavimentazione composta da basoli, pietre basaltiche di grosse dimensioni ben levigate, poggianti su di uno strato di pietrisco, che riempiva una trincea artificiale che assicurava il drenaggio e la tenuta. Per volere del senatore Appio Claudio i lavori iniziarono nel 312 a. C. e partendo da Roma raggiunsero Capua, toccando le città di Ariccia, Terracina, Fondi, Itri, Formia e Minturno. I lavori si protrassero fino al 190 a.C., data in cui la via completò il suo percorso fino alla città di Brindisi, che era il più importante porto marittimo che collegava l’Italia alla Grecia e all’Oriente. Le città laziali attraversate dalla via Appia ebbero tutte un notevole sviluppo; per alcune, tra cui Formia, fu motivo per diventare, prima "civitas sine suffragio" ed in seguito, poiché il passaggio attraverso il suo territorio era strategicamente importante per le legioni romane, ricevette nel 188 a.C. la piena cittadinanza romana. L’ingresso alla città ad occidente dell’Appia era nella zona di Rialto; si addentrava nel centro cittadino e da quel punto prendeva il nome di via Tullia, così denominata per ricordare la giovane figlia di Cicerone. Si estendeva fino alla torre di Mola dove si apriva l’ingresso orientale della città. Attraversando tutto il centro cittadino, era il passaggio obbligato per i viaggiatori che nei secoli scorsi viaggiavano da Roma a Napoli e viceversa. Il lungo tratto, che all’epoca si percorreva in carrozza, aveva come tappa “obbligata” Formia: ci si fermava volentieri per far riposare i cavalli e per ristorarsi dalle fatiche del viaggio, in uno dei vari alberghi esistenti in città. Il basolato che oggi percorriamo su via Angelo Rubino e Via Ferdinando Lavanga è stato posto in opera in epoca Borbonica sovrastante lo stesso tracciato dell'antica via Appia. I basoli di epoca romana spesso vengono alla luce quando si eseguono scavi per lavori di posa in opera di cavi o condotte, come è successo alcuni anni fa (vedi foto) a circa due metri di profondità. Gli eventi bellici dell’ultima guerra mondiale distrussero Formia per circa il 90% dell’abitato e la lenta ricostruzione ha portato notevoli sconvolgimenti alla struttura urbanistica della città, comportando in molti casi anche la perdita o il cambiamento della toponomastica. La via Appia era il centro economico di Formia, lungo i suoi due lati numerose attività commerciali ed artigianali rendevano viva ed attiva la vita cittadina. Credo che questo tratto di storica via, che attraversa il centro cittadino, dovrebbe tornare a chiamarsi “via Appia Antica”, e sono certo che Angelo Rubino, Ferdinando Lavanga e l’Abate Tosti non avrebbero nulla da ridire.
Nelle foto: la via Appia in località S. Remigio (ingresso occidentale alla città) tratta da una Incisione dell'arch. Luigi Rossini del 1835, una foto di uno dei tratti della via ancora in perfetto stato di conservazione tra Fondi ed Itri, la via Appia nei pressi della torre di Mola (ingresso orientale della città) tratta da una Incisione dell'arch. Luigi Rossini del 1835 e due immagini dei lavori eseguiti in via Ferdinando Lavanga.

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