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venerdì 3 febbraio 2023

UNA VERTENZA CAVALLERESCA A FORMIA NEL 1910, OVVERO UN DUELLO MANCATO

Nel 1908 una Banca di Formia, posta in liquidazione, aveva la necessità di acquisire il denaro contante derivante da crediti in essere. Il defunto signor Raffaele Forcina, aveva contratto un debito con la Banca di 18.000 lire, ipotecando una sua proprietà. Il signor Erasmo Scarpati, a conoscenza del debito, si offrì di pagarlo e di acquistare la proprietà. Quando la trattativa tra la Banca e lo Scarpati era già a buon punto, intervenne il signor Giovanni Lavanga, intimo amico dello Scarpati e zio degli eredi Forcina, debitori verso la Banca, convincendo lo Scarpati a desistere dall'acquisto. Erasmo Scarpati, galantuomo, confermando al Lavanga stima ed amicizia, ruppe ogni trattativa con la Banca. Trascorsi due anni, la Banca era ancora in attività ed il debito Forcina ancora in essere. Segretamente il signor Giovanni Lavanga, intraprese una trattativa con la Banca per l'acquisto del credito ipotecario che due anni prima aveva fatto recedere al suo amico Erasmo Scarpati. Lo Scarpati venne informato del fatto e immediatamente si presentò in Banca offrendo senza trattare la somma necessaria per estinguere il credito ipotecario, ed acquistò l'intera proprietà. 
Giovanni Lavanga non digerì la perdita della proprietà Forcina, e dimentico della cortesia fattagli dallo Scarpati due anni prima, incontrandolo in un circolo dell'Unione, alla presenza di molte persone, lo ingiuriò con parole irriguardose e villane. 
Il 30 aprile del 1910, nello stesso Circolo il Lavanga rivolto all'ex amico Scarpati, in presenza di altre persone gli disse: "Ti ho offeso, con l'intenzione di offenderti e, se vuoi, sarò domani a casa mia, in via XX Settembre, a tua disposizione". 
 La sfida era lanciata. 
Il 1° maggio, alle ore 18, Erasmo Scarpati invia i sigg. Carlo Paone e Alfredo Sciarretta, in qualità di portatori di sfida, a casa del Lavanga. Ricevuti i padrini di Scarpati, il Lavanga con voce spavalda esclamò : "Accetto la sfida, e miei padrini verranno degli Ufficiali!" L'art. 129 del Codice cavalleresco Gelli cita testualmente : "I portatori di sfida devono evitare qualsiasi discussione con lo sfidato, onde eliminare qualsiasi motivo di provocazione o malinteso. Comunicata la sfida si ritireranno, lasciando allo sfidato col cartello il loro indirizzo e l'ora in cui riceveranno i rappresentanti dello sfidato". 
Fu così che i padrini dello sfidante, senza aggiungere altro, tornarono dallo Scarpati per comunicare l'esito dell'incontro. Il 2 maggio, giorno fissato per il duello i sigg. Paone e Sciarretta attesero inutilmente gli ufficiali che avrebbero dovuto impersonare i padrini del Lavanga, che non si presentarono all'appuntamento. Si attese inutilmente le ulteriori 24 ore come previsto dal Codice Cavalleresco Gelli, ma anche queste altre 24 ore trascorsero senza che i padrini del Lavanga si presentassero a quelli dello Scarpati.
 Alle ore 18 del giorno 3 maggio i sigg. Paone e Sciarretta, mandarono la seguente lettera a Erasmo Scarpati:
 "Formia, 3 maggio (ore 19,00) 
Egregio Sig. Erasmo Scarpati - Città - 
In seguito al vostro deferente mandato ci recammo il giorno 1 maggio alle ore 18 dal sig. Giovanni Lavanga che incontrammo proprio sul crocicchio innanzi al suo villino, e potemmo comunicargli quanto ci avevate comunicato di fare... (...)... Infine ci dichiarò formalmente che accettava la sfida riserbandoci di metterci in comunicazione con i suoi rappresentanti, onde all'uopo noi gli indicammo il luogo del nostro ritrovo. Però, con non poca meraviglia, abbiamo atteso invano le rituali ventiquattro ore; ciò non ostante per nostra longanimità , attendemmo ancora altrettanto tempo inutilmente.. (...)... noi sottoscritti sentiamo il dovere di rassegnarvi il mandato, dichiarando che la condotta del Lavanga deve considerarsi un vero e proprio rifiuto alla sfida.
 Carlo Paone
 e Alfredo Sciarretta" Fu così che Giovanni Lavanga, accreditato come famoso cavaliere venne meno alle disposizioni cavalleresche dell'epoca. 
In uno scritto, probabilmente fatto pubblicare da Erasmo Scarpati si legge:
 "Ed è così che voi siete, o Lavanga, il continuatore delle gesta del vostro maestro don Chisciotte?
 Non sapete voi il termine stabilito in cavalleria perché alla sfida portata dai padrini dell'offeso si risponda con presentazione dei padrini dell'altra parte nelle 24 ore?
 Vergogna, vergogna! Ma vergogna maggiormente perché col vostro metodo cavalleresco avete fatto poco onore al vostro maestro! Vi fate dietro e venite meno alle regole cavalleresche, rifiutando di battervi! Avete rifiutato la partita d'onore, ma sarebbero stati più a proposito quattro sonori schiaffi! Almeno del nuovo don Chisciotte avremmo visto rosse le gote e la cavalleria sarebbe stato meglio che fosse giunta... a piedi!"
 Così termina una "Vertenza Cavalleresca", con mancato duello, realmente accaduta in Formia nel 1910.
Nelle immagini una veduta della contrada spiaggia con ingrandito il particolare dove era

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