Cerca nel blog

Etichette

lunedì 7 novembre 2011

FRA DIAVOLO BRIGANTE O EROE POPOLARE?








Sulla vita e le gesta di Fra Diavolo, al secolo Michele Pezza (Itri 4 aprile 1771 – Napoli 11 novembre 1806), si sono sprecati fiumi di inchiostro ed ancora oggi gli studiosi sono controversi nel giudicare le gesta del cittadino itrano. Era un volgare brigante o un valoroso patriota? Gli storici di ispirazione liberale lo definiscono come un volgare brigante, la cui ferocia faceva tremare la popolazione,compresa tra il vasto territorio che va dal Tevere alla foce del Garigliano, secondo solo al bandito ciociaro Mammone, di cui si narra l’usanza di bere il sangue delle sue vittime. La figura e le gesta di Fra Diavolo valicarono le Alpi influenzando gran parte dell’Europa, tanto da ispirare il compositore francese Daniel Auber, nel 1830, a comporre una opera buffa in tre atti dal titolo “Fra Diavolo” liberamente tratta da un libretto di Eugene Scribe. L’opera fu interpretata anche dal famoso baritono italiano Tito Gobbi, nella cui overture, accompagnato dall'orchestra sinfonica di Norimberga, canta: “Quell'uom dal fiero aspetto guardate sul cammino lo stocco ed il moschetto ha sempre a lui vicin. Guardate un fiocco rosso ei porta sul cappello e di velluto indosso ricchissimo mantel. Tremate! Fin dal sentiero del tuono dall'eco viene il suono "Diavolo, Diavolo, Diavolo." Tremate! Fin dal sentiero del tuono dall'eco viene il suono "Diavolo, Diavolo, Diavolo." Il cinema si interessò copiosamente alla gesta di Fra Diavolo. Già nel 1906 quando il cinema era ancora muto, venne realizzata una pellicola sulle sua gesta da Oskar Messter con musica dal vivo; nel 1912 in Francia; nel 1913 la prima produzione italiana a cura della Ambrosino Film e nel 1914 dalla Savoia Film; nel 1920 una nuova produzione tedesca e nel 1922 una inglese. Nel 1923 una nuova produzione italiana con la regia di G. Patanè e nel 1925, con la direzione di Roberto Roberti e Mario Gargiulo. Nel 1931 una coproduzione italo-francese di Mario Bonnard. Nel 1933 Frà Diavolo sbarca negli Stati Uniti con una pellicola comica dal titolo “The Devil’s brother” (Il fratello di Fra Diavolo) che vide protagonisti il duo comico Stanlio e Ollio (Stan Laurel e Oliver Hardy). Nel 1941 il regista Luigi Zampa, uno dei grandi maestri della commedia italiana, realizza un nuova pellicola sulle gesta dell’eroe-brigante. Nel 1950, forse il più importante film sulla vita di Fra Diavolo, la cui regia fu affidata a Mario Soldati e l’interpretazione del colonnello Michele Pezza al grande Amedeo Nazzari. Nel 1962 altre due produzioni italiane : “La leggenda di Fra Diavolo” di Leopoldo Savona e il film comico “I tromboni di Fra Diavolo” di Giorgio Simonelli, interpretato da Ugo Tognazzi e Raimondo Vinello. Michele Pezza, era un uomo minuto e poco appariscente, magro, di pelle olivastra tanto da sembrare di origine africana. Non era certo il suo aspetto che incuteva terrore, ma la sua fama di uomo cruento. Nominato colonnello da Ferdinando di Borbone e governatore del territorio tra Itri e Gaeta, combatté strenuamente per il suo Re contro i Francesi, che gli avevano ucciso il padre e per i quali nutriva un profondo odio. “E’ venuto Fra Diavolo, ha portato i cannoncini, pe’ ammazzà li Giacobini, Ferdinando è il nostro Re!”, con questo canto veniva acclamato partigiano dal popolo che non voleva subire l’invasione napoleonica. Nonostante il suo esercito crescesse di numero quotidianamente, nulla poté fare contro lo strapotere francese. Braccato sulle montagne venne fatto prigioniero il 31 ottobre 1806 e giustiziato in fretta e furia, a solo undici giorni dalla cattura, in una piazza nel centro di Napoli tra una grande presenza di popolo. Il suo mito ancor oggi continua a fluttuare tra la storia e la leggenda. In suo nome sono intitolati ristoranti in tutto il mondo, piatti tipici portano l’aggiunta di "… Fra Diavolo". Nella prima immagine una rappresentazione di Fra Diavolo tratta da un litografia del XIX secolo con coloritura a mano, nella seconda un olio su tela di Jacob Phillip Hackert che raffigura la città di Itri all’epoca di Michele Pezza.







Nessun commento:

Posta un commento