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domenica 27 novembre 2011

FORMIA GIA' MOLA DI GAETA E CASTELLONE Retrospettiva iconografica da incisioni, disegni, acquerelli, gouaches e olii










I viaggiatori che nei secoli scorsi percorrevano la via Appia, nel lungo ed estenuante viaggio che li conduceva da Roma a Napoli, o viceversa, dopo aver attraversato le impervie ed oscure colline tra Fondi e Itri, restavano incantati dalla bellezza della baia e dei borghi di Mola e Castellone, sorti sulle rovine dell’antica ‘Formiae”.
Castellone dall’alto dominava il Golfo e Mola era adagiata sulla riva del mare.
Incisioni, acquerelli, gouaches, disegni e dipinti ad olio ci sono stati tramandati da artisti illustri del passato ed anche da viaggiatori sconosciuti, ma non privi di talento.
I loro diari e album di viaggio hanno immortalato i nostri luoghi e le tradizioni popolari dei nostri antenati.
Attraverso le loro opere essi ci hanno tramandato immagini che oggi ci consentono di avere un’idea quasi fotografica di come fosse il nostro territorio, descrivendoci anche i più minuti particolari.
Con l’avvento della fotografia la rappresentazione documentale e storica è cresciuta notevolmente.
La stampa tipografica ha sostituto le varie tecniche di incisione, consentendo una tiratura di immagini certamente più elevata.
La felice posizione di Formia, già Mola di Gaeta, ubicata lungo la più importante tra le grandi strade costruite dai romani, la via Appia, invitava i viaggiatori del tratto Roma Napoli, a voler interrompere la fatica del lungo viaggio in carrozza, con una confortevole sosta.
Il più delle volte essa veniva prolungata di proposito. Era sicuramente piacevole poter godere il più a lungo possibile del meraviglioso clima, del forte profumo degli aranceti e della squisita accoglienza, così come è descritta nelle note di viaggio.
Collezionare stampe antiche, gouaches, acquerelli, oli, disegni è una passione, che coinvolge sempre più persone.
Quando si osserva un’incisione a stampa l’anticipazione dal XV al XIX secolo di ciò che ci dà la moderna fotografia, non si può fare a meno di notare con quale precisione e cura venivano effettuati i rilievi preliminari; a distanza anche di cinque secoli le stampe emanano un fascino ed una suggestione particolarissimi.
L’ammirazione va per la scelta dei colori, per i cartigli decorativi e le carte usate.
Lo studio della vedutistica antica in quest’ultimo periodo ha avuto un notevole sviluppo.
Aumenta di giorno in giorno il numero dei collezionisti di questo settore. Il fascino della ricerca, del trovare e comprare un “pezzo” unico o comunque importante, ti fa superare anche lo sforzo dell’acquisto, che a volte è un vero e proprio sacrificio economico.
Il collezionismo è un fenomeno che nasce spontaneo con l’interesse per l’oggetto.



Si tratta di una antichissima tradizione che, per quanto riguarda le stampe, risale addirittura al ‘400.
Proprio in quel secolo un colto giurista di Parma, Giacomo Rubieri, raccolse una quarantina di incunaboli, in prevalenza di intagliatori italiani, che sono attualmente conservati nella Biblioteca “Classese” di Ravenna.
Nel seicento la creazione di un “gabinetto di stampe” diviene consuetudine molto diffusa tra le classi colte dell’aristocrazia e della borghesia.
Particolare attenzione è stata data alla vedutistica del borgo di Mola, che nonostante l’evoluzione urbanistica sopportata dalla città, conserva ancora intatte alcune caratteristiche dell’antico.
I suoi pescatori, i suoi mulini e le antiche fabbriche sono state il traino dell’economia della città nel passato.
Gli edifici, le scene di vita, le abitudini di un tempo, che oggi non esistono più, si possono ammirare e capire attraverso le opere, che con anni di ricerca, studio e passione, abbiamo voluto in questa pubblicazione riiportare.
In questa raccolta si può ammirare l’assetto urbano di Formia nell’ arco temporale che va tra la fine del ‘500 all’800.
Si tratta di una serie di costumi e di vedute, alcune molto rare e di notevole bellezza, che mostrano i vari avvicendamenti urbanistici dei luoghi più belli e rappresentativi; in alcuni punti la profonda trasformazione li ha resi addirittura irriconoscibili.
Il riempimento di Largo Paone, realizzato con l’esorbitante scarico delle macerie della distruzione di Formia nell’ultimo evento bellico, ha determinato la scomparsa dell’incantevole darsena; la costruzione della strada litoranea ha sancito il divorzio tra il centro abitato e il litorale, sconvolgendo il rapporto diretto esistente tra terra ferma e mare.
Si può perciò affermare che le stampe, anche quelle meno pregiate, hanno indubbiamente un grande valore storico e iconografico.



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