Cerca nel blog

Etichette

giovedì 23 novembre 2023

LA RECUPERATA “COLONNA DELLA LIBERTÀ” A FORMIA di Salvatore Ciccone
La “Colonna della Libertà” è un monumento formiano rimasto celato per oltre cento anni e che di recente è tornato al suo posto, in adiacenza al largo Domenico Paone, nella piazza Tommaso Testa. Secondo la tradizione essa ricordava il passaggio delle truppe napoleoniche del 1799 e la costituzione della “Comune di Formia – Mola e Castellone”, nel territorio affrancato da un millennio di subordinazione a Gaeta. Prima del ripristino, il monumento compariva in alcune raffigurazioni e dettagliatamente in una foto del 1900 (fig. 1), costituito da una snella colonna liscia con capitello dorico, innalzata su un piedistallo prima ancora protetto da quattro cippi paracarro; esso rovinò, pare, durante un fortunale nel 1914 e i pezzi rimasti a terra, anche dopo l’esecuzione del nuovo lungomare avutosi nel 1928 per munificenza di Domenico Paone. La piazza già “della Darsena” quando era sul limite della “Spiaggia di Mola”, tangente il tratto sostitutivo della via Appia (la via romana percorreva infatti parte della retrostante via della Conca), era delimitata ad oriente dal palazzo Mattej: da esso la Colonna si trovava a filo della facciata principale a circa a m. 12 dal cantone. Davanti al palazzo era una rotonda sporgente sulla spiaggia contestuale ad una fontana a parete di metà Settecento. Nel primo ampliamento del lungomare degli anni 1850, tolta la rotonda, la fontana venne trasferita sul fondo cieco della piazza e modificata allungando la vasca di abbeveraggio sormontata da cinque botticelle su onde, detta “Fontana delle Cinque Cannelle”: rispetto a questa la Colonna si venne a trovare centrata a poco più di 7 metri. L’origine del monumento nota nella tradizione, si riscontra nello stile architettonico e in un documento della “Comune” che ne affidava l’opera allo scalpellino Giuseppe D’Auria. Con la venuta dei napoleonici, nelle piazze più frequentate e scelte come luoghi di adunanza, si innalzava un “Albero della Libertà”, simbolo popolare della Rivoluzione Francese che in varie illustrazioni d’epoca è un albero oppure un palo eretto, ornato con emblemi del movimento quali il berretto frigio, coccarde tricolore e cartigli con i motti innovatori. Nella piazza della Darsena, sul passaggio obbligato, c’era maggior spazio per un raduno, inoltre si può immaginare come fosse facile reperire un palo tra gli armamenti dei navigli periodicamente tirati in secco. L’innalzamento della Colonna celebrativa quindi deve essere avvenuta nel luogo e in sostituzione dell’effimero “albero”. In effetti nei progetti per l’area del palazzo reale di Napoli, istruiti dal reggente Gioacchino Murat, si scorge una colonna sormontata da statua. È verosimile che anche la Colonna di Formia fosse finalizzata ad una statua, verosimilmente ispirata a quelle dell’epoca della Libertà, tale rendere compiuto il significato e designare il monumento. Questa ipotesi pare avvalorata nella prima raffigurazione conosciuta della Colonna risalente al 1816-1817 e realizzata dall’architetto inglese James Hakewill (fig. 2), dove sul capitello si percepisce una base quadrangolare, impossibile invenzione dell’artista, ma in effetti necessaria a rialzare una statua per la sua completa visione. Dopo il ritorno del monarca spodestato Ferdinando IV di Borbone rinominatosi Ferdinando I, il quale ratificò il Comune il 25 gennaio 1820 con il nome di “Castellone e Mola di Gaeta” in alcune illustrazioni del Mattej il monumento è culminato da una croce sul Calvario (fig. 3). Nel 2011, in occasione del cinquantenario del Lions Club Formia, che fin dalla sua costituzione nel 1961 si era proposto il ripristino del monumento, si riuscì a concretizzare il progetto, catalizzato dal 150° anniversario della ripresa dell’antico nome di Formia (1862-2012) e dal concomitante rifacimento del sito: chi scrive, architetto, venne incaricato del progetto, attendendo alla fase di indagine storica e stilistica e agli elaborati restituivi, insieme ai rapporti con gli uffici di competenza e gli operatori tecnici. Si partiva dagli elementi residuali del monumento, consistenti nel fusto della colonna, di granito grigio, nonché della cimasa di marmo bianco del piedistallo: tutto il resto era perduto. I pezzi risultavano appartenuti a costruzioni di epoca romana: la colonna, con il diametro di base di m. 0,44 equivaleva a 1,5 piedi romani (1 piede = m. 0,2957) ossia un cubito, ma in rapporto a quello l’altezza di circa m.3,50 era in difetto, fatto comprovato dall’assenza delle modanature ai due estremi; la cimasa, alta m. 0,15 e larga agli estremi m. 0,86 corrispondeva rispettivamente a 0,5 e a 3 piedi (m. 0,89), quest’ultima pure in difetto perché riscolpita superiormente con modanatura a “toro”. con l’elemento di misura prevalente della colonna si è potuto risalire al disegno in proporzione dell’intera composizione (fig. 4). L’altezza totale risultava di circa metri 5,30 che si poteva tradurre in 20 palmi napoletani, ciascuno pari a m. 0,265. Il riscontro all’impiego di questa misura si aveva nella cimasa, che nel piano inferiore di appoggio presentava sul perimetro la grossolana e più recente scanalatura ampia circa cm. 5 e necessaria per alloggiare le lastre di rivestimento del piedistallo: questo perciò risultava largo m. 0,66 esattamente 2,5 palmi e, compreso il gradino di base, ammontare in altezza a 5 palmi, quindi con la larghezza in rapporto 1:2; la colonna risultava di 15 palmi compresa la base di 1 palmo e il capitello di 0,75 palmi (m. 0,20); essa risultava essere stata solamente poggiata sulla cimasa e assicurata con l’ausilio di un collante, che degradando causò il crollo. il fusto della colonna era stato abilmente reintegrato nella parte alta con una stuccatura, laddove tuttora si presenta consunto da antica erosione: è quindi probabile che sia stata recuperata sulla spiaggia antistante a occidente dove vi erano i resti di una villa romana con vasta peschiera. Il monumento benché di ridotta entità e semplice composizione, si riscontra ben studiato nelle proporzioni in rapporto alle visuali e dell’effetto riduttivo della colonna isolata nello spazio circostante. Se poi si considera la presenza di una statua di culmine, si può ipotizzarla alta cinque piedi e quindi il tutto di 25 piedi (m. 6,63), in proporzione di 10 volte la larghezza della base. I lavori eseguiti nel 2011 hanno prodotto una piazza sulla preesistente sede viaria, questa avanzata con pari curvatura, dove la Colonna sarebbe potuta divenire l’elemento di convergenza delle visuali di percorrenza del nuovo spazio pedonale. La ricostruzione del monumento si è avvalso della riproduzione robotizzata degli elementi mancanti con pietra levigata della zona, con il profilo delle modanature rimasto sintetico perché non sufficientemente documentabile; inoltre tra i nuovi elementi della base si è anche prodotto un solco di distacco per sottolinearne la ricostruzione. Nella colonna furono consolidate le microscopiche lesioni che si sarebbero tradotte in futuri sfaldamenti, lasciando però a vista le scagliature prodotte nell’ultimo conflitto, come pure le parti consunte in origine stuccate Il posizionamento della colonna fu pertanto stabilito nell’ambito della piazza, facendola rimanere in asse con il centro della fontana, ma avanzadola verso mare di circa 7 metri in favore delle nuove visuali. Affinché si potesse apprezzare il più completo e profondo significato del monumento e del suo recupero, sul piedistallo della colonna due iscrizioni di seguito riportate recano in sintesi la storia, una del monumento e l’altra di Formia. Sul lato Roma: NEL 1799/SI COSTITUIVA / «LA COMUNE DI FORMIA - MOLA E CASTELLONE» / CHE PER L’AUTONOMIA CONQUISTATA ERESSE QUESTA / «COLONNA DELLA LIBERTÀ» / ROVINÒ NEL 1914 E DIMENTICATA / LE FURONO INFERTE LE FERITE / DEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE / L’AMMINISTRAZIONE MUNICIPALE / CON IL RESTAURO CURATO E SOVVENZIONATO DAL / LIONS CLUB DI FORMIA / CELEBRANDO L’UNITÀ NAZIONALE / CONCRETIZZATA IN QUESTA TERRA NEL 1861 / NEL LUOGO ORIGINARIO / LUNGO LA VIA CHE COSTEGGIAVA LA / SPIAGGIA DI MOLA / AL CUI LATO ERA IL PALAZZO DI / PASQUALE MATTEJ / (1813-1879) / DEVOTO ALL’ARTE E ALLA STORIA / ARTEFICE DELLO STEMMA CITTADINO / IN OCCASIONE / DEL 150° ANNIVERSARIO DELLA / RIPRESA DEL NOME DELLA CITTÀ ANTICA / A FUTURA MEMORIA DEL CAMMINO CIVILE / RISTABILIRONO NELL’ANNO / 2012 Sul lato Napoli: FORMIA / DAL GRECO HORMIAI AD INDICARE I BUONI APPRODI / POPOLATA DAGLI AURUNCI / CREDUTA L’OMERICA LESTRIGONIA / ANTICO MUNICIPIO ROMANO SPONDA AMBITA DELL’URBE / DA CICERONE AMATA FIN ALL’ESTREMO RESPIRO / DI VITRUVIO PATRIA RICONOSCIUTA / SEDE EPISCOPALE / SEPOLTURA DI SANT’ERASMO / AVVICENDATA DA CAJETA SUO PORTO NATURALE / SOPRAVVISSUTA IN DUE SOBBORGHI / MOLA E CASTELLONE / NEL 1799 / RIUNITA NELL’AUTONOMIA COMUNALE / RATIFICATA NEL 1820 / NEL 1861 CAPOSALDO / DEL NASCENTE STATO ITALIANO / NEL 1862 RISCATTATA DELL’ANTICO NOME DI FORMIA / NEL 1865 INSIGNITA DEL TITOLO DI CITTA’ / CON EMBLEMA DELLA MITICA FENICE / DISTRUTTA NEL SECONDO CONFLITTO MONDIALE / MEDAGLIA D’ARGENTO / RICOSTRUITA PER TENACE VOLONTA’ DEI SUOI CITTADINI / VOLGE LO SGUARDO AL FUTURO DI PACE E FLORIDEZZA / NELLO SPIRITO DI LIBERTA’ La “Colonna della Libertà” venne inaugurata insieme alla piazza 16 giugno 2012 come ritrovata memoria della rinata Formia di allora, di nuovo presente come punto di riferimento della città attuale.
Didascalie delle immagini 1 – La Colonna della Libertà e il susseguente palazzo Mattej in piazza Darsena, in una fotografia di primo ‘900. 2 – La Spiaggia di Mola nell’illustrazione di James Hakewill del 1816-17 con a destra la Colonna della Libertà: nel dettaglio è evidente sul capitello la base per una statua. 3 - La piazza della Darsena campeggiata dalla Colonna della Libertà sormontata da una croce in un disegno di Pasquale del 1846-47. 4 - Disegno restituivo di progetto della Colonna della Libertà (Studio Arch. S. Ciccone, 2011), confrontato con l’opera di ripristino compiuta nella nuova piazza.