Cerca nel blog

Etichette

mercoledì 3 agosto 2022

VILLE E PISCINE ROMANE INEDITE SULL’ANTICO LITORALE DI FORMIA - di Salvatore Ciccone
Com'è noto, la costa di Formia romana si allungava dalle prossimità della Villa di Tiberio a Sperlonga, ambito dell’antica “Fundi”, fino a buona parte del promontorio di Giànola, confine con Minturnae, situazione fissata dagli scrittori classici con le espressioni di "Formiae litus", e di "sinus Formianus” per l’attuale golfo di Gaeta. In questo contesto le piscine, cioè gli impianti di piscicoltura, sono in numero davvero considerevole e si ritrovano presenti solo dopo lunga distanza presso il Circeo, nelle isole Ponziane e poi sulle coste partenopee. Nell'arco più interno e riparato del golfo le piscine costituivano l’elemento distintivo delle “villae maritimae”, poste com’erano a diretto contatto con le acque e con autonomi approdi, oppure integrate alle infrastrutture pubbliche portuali; Gli impianti di piscicoltura erano raramente realizzati intagliando la costa rocciosa (piscinae ex petra excise), per lo più eseguite in muratura (piscinae in litore constructae) a protezione di uno specchio d'acqua variamente suddiviso in vasche. Il flusso idrico era assicurato tramite canali provvisti di griglie scorrevoli verticalmente su guide di pietra o gargami; sull'argine si dotavano inoltre di paratoie per proteggere l'impianto durante il mare cattivo. L'efficacia dei flussi era affidata all'orientamento dei canali e alla loro posizione relativamente alla caratteristica delle vasche. Ulteriore accorgimento dell'impianto era la dotazione di acqua dolce con sorgenti litoranee, ruscelli o derivata da acquedotti, tale da assicurare la giusta salinità e temperatura specie nei mesi caldi, miscela oltretutto congeniale ad alcuni pesci. Le specie ittiche allevate dipendevano dalla natura dei fondali dove le piscine si collocavano, conservandone le caratteristiche ambientali. Non è esplicitata una riproduzione in cattività, rimanendo le piscine prevalentemente impianti di stabulazione dai quali disporre in ogni tempo di pesce per Io più pregiato. Le opere murarie delle piscine si eseguivano come quelle dei porti, secondo i procedimenti descritti da Vitruvio, in particolare utilizzando la malta idraulica composta da calce e pozzolana che indurisce in acqua, unita a scaglie lapidee (caementa) generalmente di tufo e immessa in una successione di casseforme lignee (arcae) ancorate al fondale: la frequenza delle piscine si rapporta quindi anche alla facile disponibilità delle pozzolane. Sull’antico litorale formiano si sono potuti accertare quindici impianti dei quali oggi sono direttamente esaminabili sei: due di questi ricadono nell'attuale territorio di Gaeta, rimasti inediti fino ai miei rilievi pubblicati; questo a causa delle difficoltà in passato a studiare queste opere sommerse, poi cancellate in maggior numero per il rapido incalzare dell’urbanizzazione e delle infrastrutture portuali, rimanendone testimonianza tra le righe di studiosi locali a partire dal Settecento. Al Novecento risalgono i primi studi basati su rilievi ad opera Luigi Jacono per due piscine di Formia, delle quali oggi è visibile soltanto quella antistante la Villa Comunale. Le piscine di Gaeta ora trattate sono una fuori la rada, nella scogliera di Fontania, e una all’interno alla Punta di Conca, presso l’attuale Villa Accetta. La piscina di Fontania si trova in un'insenatura riparata dalle correnti meridionali; maggiormente in origine per l'esistenza di un molo ad arcate che dalla villa collegava lo scoglio La Nave. L'impianto si trova entro un’area trapezia circondata sui tre lati minori dalle strutture residenziali e sul lato maggiore chiusa da un largo argine rivolto ad E-SE verso monte Orlando. In una degli ambienti voltati a settentrione fluisce acqua sorgiva sicuramente impiegata per l'allevamento. L'argine largo circa m. 6 è formato da “moles”, in “opus caementicium” di lunghezza variabile, poste in successione con intervalli di m. 2 a costituire i canali di alimentazione. Buona parte del bacino è insabbiato e solo occasionalmente vengono scoperti dal mare dei muri ad andamento curvilineo: formavano le suddivisioni della piscina con un originale disegno ad archi di cerchio intrecciati limitanti sette vasche intercomunicanti, ognuna delle quali servite da uno specifico canale d'argine: sono ben visibili quelle estreme che insieme a vari monconi scomposti avvalorano la presente restituzione; la larghezza dei canali e l’assenza di guide verticali di pietra ha indotto in errore gli archeologi circa la vera natura della costruzione, non considerando proprio questa ampiezza idonea a intelaiature lignee ad incastro per le chiusure. La piscina era definita sui lati di terra da un portico, dal quale con una scala a doppia rampa centrale si saliva al piano soprastante; si sviluppavano così scorci e prospettive vivacizzate dal disegno a cerchi d’acqua, aperto a ventaglio verso lo sfondo panoramico. A Conca questa integrazione architettonica della piscina alla residenza si trova proposta in chiave monumentale. L’impianto è questa volta posto a circondare con due fronti speculari la villa antica, tutta a comprendere un piccolo promontorio. L'argine in “caementicium” assai logorato e scomposto dal mare, malgrado fosse protetto da una larga e aderente scogliera, ha spessore opportunamente variato in sezioni da m 2,80 / 3,70 / 4,80. Nel rilievo anche le labili tracce e la presenza di sparse guide di piena contribuiscono ad una restituzione attendibile del disegno. Nella parte estrema centrale è inserita una vasca circolare di circa m. 29,50 di diametro, pari a 100 piedi romani. Questa misura rappresenta il modulo dimensionale dell'impianto che in ciascuna ala ne dà la lunghezza di 300 piedi (m. 88,71) e la larghezza di piedi 50 (m. 14,78) dalle banchine parallele sulla terraferma. La profondità delle vasche quadrangolari, a fondo piatto di malta idraulica, è di circa m. 1,70, quella circolare raggiunge m. 2,90; in esse sono talvolta integrate le rocce naturali. Il flusso idrico era assicurato da canali larghi circa un metro, da uno a due metri e di profondità; in corrispondenza di essi giacciono gli elementi lapidei dei gargami su cui scorrevano le griglie e le paratoie. Numerose sorgenti di acqua freddissima che sgorgano dalla costa e dal fondale assicuravano le migliori condizioni di allevamento. Di particolare interesse è la composizione geometrica dell'argine, le cui direzioni rispondono all'antica Rosa dei Venti a dodici punti principali, ottenuta con la sovrapposizione di quattro triangoli equilateri secondo la regola degli astrologi riferita da Vitruvio. Risulta pertanto che la piscina rispondeva alla necessità di progettazione rispetto alle correnti marine tagliando sull'asse centrale Io scirocco (eurus) e con i due lati divaricati di 105 gradi, a fronteggiare ad E-SE lo scirocco-levante (ornithiae) e a S l’ostro (auster). Le strutture della villa in “opus quasi reticulatum” della metà del I secolo a. C. mostrano sul fronte di prospetto alla vasca circolare retroposti locali voltati e tracce di una volta ribassata di un originario portico su pilastri; pertanto una costruzione a più livelli fino a raggiungere ed anche sovrastare la quota della via. Nel ridotto spazio disponibile si otteneva così un compatto effetto monumentale pareggiando le più vaste ville e a polarizzare il sito litoraneo, trovando saldatura col mare e il panorama nella piscina e in questa nella decisa geometria circolare della vasca principale. Sia nell'esempio di Fontania che in questo di Conca risalta l'intenzione di tradurre lo specchio acqueo in funzione ornamentale e ad esaltazione delle vedute, in analogia a quanto si praticava nei giardini delle ville tramite la ”ars topiaria”. Per maggiori approfondimenti si rimanda ai miei articoli negli Atti del convegno "Formianum" 1996 e nel primo volume del 2000 della Storia Illustrata di Formia, con le specifiche indicazioni bibliografiche.
Didascalie immagini : 1- Piscinae individuate sull’antico litorale di Formia (S. Ciccone, 1996), visibili (triangoli pieni) e coperte (triangoli vuoti). Gaeta: 1 – Fontania; 2 – villa imperiale; 3 – Peschiera; 4 – Pizzone; 5 – Conca; 6 – Punta di Conca; 7 – Vindicio. Formia, Porto Caposele: 8 – Scuola di Cicerone; 9 – Villa Caposele; 10 – Marina di Castellone. Formia, porto: 11 – Villa Comunale; 12 – Caposelice. Formia, villa di Giànola: 13 – Pescinola; 14 – Porto di Giànola. Scàuri (Minturno): 15 – Lo Scoglio. 2 - Formia, piscina davanti la Villa Comunale Umberto I vista verso oriente e rilievo della medesima (L. Jacono, 1914). 3 - Gaeta, piscina in località Fontania verso il panorama orientale e rilievo della medesima (S. Ciccone, 1996). 4 – Gaeta, piscina in località Conca, vista verso settentrione e rilievo della medesima (S. Ciccone, 1996).

Nessun commento:

Posta un commento