Cerca nel blog

Etichette

sabato 10 dicembre 2022

IN MERITO AD ALCUNI COMMENTI SULLA “TOMBA DI TULLIOLA” - di Salvatore Ciccone
Dopo la pubblicazione dell’articolo “Indagini sulla “Tomba di Tulliola” si sono avuti dai lettori due soli “commenti” espressi in immagini. Mentre ringrazio tutti coloro che seguono le mie argomentazioni, lo sono di più a questi stessi che hanno così voluto essere partecipi, poiché mi permette di sottolineare e meglio definire due diversi aspetti della questione. La prima immagine (da Emilio Sparagna) riguarda la forma architettonica del monumento, consistente in una ricostruzione in altezza d’uomo, realizzata in giardino con materiali lapidei e in cotto di una delle “torri” ottagonali con il relativo podio. L’esecuzione è accurata ed anche corretta nella semplificazione schematica delle modanature, nonché nel restituire l’effetto bicromo della cortina della torre con fasce alternate di “opus reticulatum” a fasce di “opus testaceum”, ossia di cotto. In realtà si tratta di una singola parte di un complesso funerario più articolato di epoca tardo repubblicana, che già vedeva due torri abbinate a comprendere un’area riservata dove sul muro di fondale e di generale contenimento contro pendio doveva essere posta la statua muliebre ora esposta nel Museo di Formia. Di poi la torre è stata riproposta con limitata altezza, credo per motivi di opportunità, risultando equiparata al podio e coperta da basso tetto. A ciò devo far notare come nel monumento si volesse richiamare propriamente delle torri a protezione di quell’area compresa, quasi quelle poste ai lati di una porta urbica. A conferma di ciò basta confrontare l’esempio singolo della “Torretta” sulla via Appia in località S. Remigio, di epoca imperiale, dove si può constatare la preponderante altezza scandita da “opus vittatum”, ossia da fasce di blocchetti calcare e cotto. Quanto al tetto si deve immaginare come le tegole di bordo avessero “antefisse” cioè rialzi figurati che visti dal basso coprivano il tetto e che verosimilmente dovevano richiamare il coronamento di una torre. La seconda immagine (da Mario Mirco Mendico) ritaglia una pagina di un antico libro con testo in latino senza specifica bibliografica. Si tratta dell’opera di Raffaele Volaterrano, il “Commentariorum Urbanorum ecc.” edito a Basilea nel 1530, dove alla pagina 233 del libro XX, nel riportare notizie della vita di Cicerone accenna alla figlia “Tulliola” e alla sua prematura morte, quindi del ritrovamento del suo sepolcro attestato da epigrafi presso la sesta pietra miliare della via Appia in prossimità di Roma. Purtroppo ciò non cambia nulla rispetto a quanto detto nella lettera di Bartolomeo Fonte pubblicata nel mio articolo. Tale documento si presenta il più attendibile e dove si specifica con rammarico l’assenza di qualsivoglia epigrafe per identificare la mummia di giovane donna trovata in una cripta sul medesimo sesto miliare. Ritengo comunque che il deciso cenno al ritrovamento di epigrafi riferite a Tulliola sia la prova di due diversi avvenimenti circa coevi, confusi nelle trascrizioni della seconda metà del 1400 e poi cristallizzati nelle prime opere a stampa. Resta quindi in sospeso il problema di una duplicità dove si deve anche annoverare quanto riferito da Celio Rodigino in “Antiquae lectiones”, pubblicate nella stessa Basilea ma nel 1516, che tale ritrovamento venne fatto sulla via Appia davanti la Tomba di Cicerone, mai esistita nei pressi di Roma, bensì saldamente attestata nel nostro territorio come del resto quella ritenuta di Tulliola. Devo quindi essere grato a questi contributi dei lettori che evidenziano l’amore verso il nostro paesaggio, risorsa delle future generazioni cui però si deve far gara nella difesa con l’imposizione di diverse e illegittime finalità, non ultime e attuali di personali immeritevoli affermazioni nella scalata del potere.
Didascalie delle immagini 1 – La ricostruzione in dimensioni ridotte di una delle torri della Tomba di Tulliola (Emilio Sparagna). 2 – La “Torretta” sulla via Appia presso S. Remigio, particolare da un disegno di Carlo Labruzzi del 1789 (Bibl. Ap. Vaticana). 3 – La medesima “Torretta” oggi impropriamente fatta ricoprire da piante decorative senza intervento delle autorità. 4, 4 bis– La pagina del testo e frontespizio dell’opera di Volaterrano, riferita al ritrovamento del sepolcro di Tulliola vicino Roma.

Nessun commento:

Posta un commento