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giovedì 21 luglio 2022

FRANCO CUCINOTTA FORMIANO VERO DI ADOZIONE - di Salvatore Ciccone - Ho appreso con tristezza seppur non sorpreso della morte di Franco Cucinotta, avvenuta martedì 12 luglio. La perdita di un amico quale si è dimostrato negli ultimi anni d’età nel frangente di una seria situazione di salute di mia madre Vanda, senza chiederlo e senza riserve con generosità e affetto suo e di Rita, amorevole consorte. Ma il triste evento vede la scomparsa di un formiano vero pur non essendolo di nascita, avvenuta a Roma il 10 marzo 1934, ma di origini messinesi per via paterna, venuto a Formia essendo il padre, Vincenzo, tecnico del Genio Civile impegnato alle opere della ricostruzione postbellica. Fin qui si potrebbe dire che tanti sono venuti a Formia in pari condizioni senza per questo rappresentare un unicum, solo che Franco di questa città la rappresentò in larga parte essendo esponente politico di punta del Partito Socialista e a livello nazionale al fianco di Pietro Nenni, quando quest’ultimo abitava per diporto nella sua villa di Vindicio e a poche centinaia di metri dietro di lui che invece dimorava sul litorale; e questo quando la politica appassionava con le visioni di giustizia e miglioramento sociale sostenute da tangibili risultati e in confronti anche accesi ma rispettosi dell’avversario. Ma ancora Franco fu consigliere comunale e vicesindaco allo scorcio degli anni 1970, dove di quei valori ne fece attenta applicazione, attento a non svilire e far scadere la sua funzione in favori nel facile accaparramento di voti, fatto che probabilmente a taluni non lo rese simpatico. Ricordo ancora la mia partecipazione ad una trasmissione di una radio locale, dove io appena maggiorenne mi trovai faccia a faccia con lui civico rappresentante circa le problematiche di Formia e mi fece specie la sua attenzione, con atteggiamento analitico predisposto ad ascoltare, non a contrapporre, dal quale traspariva un amorevole compiacimento verso quel giovanissimo appassionato. Un’altra occasione fu nel 1977 nella presentazione di “Formia Archeologica” la prima guida che passava in rassegna le testimonianze archeologiche e monumentali della città, di cui ero tra i redattori e soci del Centro Studi Pasquale Mattej sede dell’Archeoclub d’Italia, che l’aveva promossa: egli rappresentò come vicesindaco l’intera cittadinanza, con un discorso di cui non ricordo i dettagli, ma il tono appassionato e argomentazione non banale come si suole proferire in questi casi, specie quanto direttamente coinvolgenti le pubbliche istituzioni. Parliamo ora degli ultimi anni di frequentazione, dove egli appesantito fisicamente e poco abile nei movimenti, non aveva però perduto la lucidità critica feroce verso la politica in generale e in particolare di quella formiana di cui informatissimo e partecipe, conosceva tutti i “recessi” e le indicibili “deficienze”, per questo sconfortano nel vedere sgretolare quel progetto ideale su cui si era costruito e su cui contava per il futuro di tutti. In questi racconti caustici e “coloriti” la sua espressione era divertita con un sorriso che celava amarezza, quasi a voler sollevare l’interlocutore dall’imbarazzo e nel riporre i fatti in quella filosofia di vita tutta meridionale memore delle novelle di Verga. Alla sua convinta laicità nella politica, era segretamente e convintamente credente se non altro per quel senso di giustizia che lo dominava e verso sé stesso per le umane debolezze che però non lo corruppero nella civica responsabilità. In questo evento luttuoso appare anomalo il totale silenzio, passabile nel disordine e distrazione del momento, ma che nella vita cittadina da alcuni anni rientra in una capacità di celare lavoro e impegno trascorsi ma di cui si beneficia, oltre che a far tacere con arroganza ogni tentativo motivato e documentato di porre in evidenza fatti sia positivi che negativi, in quella pulsione che è motivo basilare di una società liberale e democratica e di cui proprio Franco Cucinotta era interprete e assertore e al quale va il nostro riconoscente tributo.
FRANCO CUCINOTTA NELLA MIA MEMORIA - di Renato Marchese - Da pochi giorni è venuto a mancare un caro amico, una persona a cui ero legato da un’antica e fraterna amicizia. Franco Cucinotta se ne è andato in silenzio, senza che in molti se ne siano accorti, me compreso che ho saputo della sua scomparsa solo dopo una settimana. Franco negli anni Settanta è stato un amministratore di questa città e che l’ha amata profondamente, ricoprendo anche la carica di Assessore e Vicesindaco. Il mio avvicinamento al Partito Socialista Italiano, all'inizio degli anni Settanta, mi ha dato la possibilità di frequentare conoscere meglio Franco, che in un pomeriggio assolato di luglio del 1973 mi condusse a conoscere l'anziano Leader del nostro Partito, Pietro Nenni, amico di vecchia data. Quando Nenni arrivava a Formia, uno dei suoi primi pensieri era di telefonargli, per farsi aggiornare sulla situazione politica e amministrativa della Città. Ci accolse con molto garbo e cortesia, Franco mi presentò come uno dei tanti giovani che si stavano avvicinando al Partito. Oltre alla perdita dell’amico, mi rattrista l’indifferenza della Città che egli aveva così fedelmente e appassionatamente servito; non una menzione, non un ricordo, non una condoglianza alla amorevole consorte Rita. Si può giustificare con la distanza di quegli anni, più che temporale riconducibile ad un profondo cambiamento della società, immemore di ideali, priva di progetti e sempre meno umana.

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