Cerca nel blog

Etichette

venerdì 28 ottobre 2022

VIA OLIVELLA, ESEMPIO DA PRESERVARE - di Salvatore Ciccone
C’è una stradina appartata che collega il mare alla via Appia (oggi via Remigio Paone) prima di guadare il torrente Rialto: è via Olivella, a me cara perché legata ai ricordi della prima infanzia quando vi abitavo ed era l’unico percorso più prossimo alla città per raggiungere la spiaggia di Vindicio e il porto Caposele. Allora un viatico di umanità colorita rompeva il predominante silenzio, dagli sporadici venditori al risonante scalpiccio degli zoccoli dei bagnanti e ai richiami in puro dialetto; i profumi poi, delle zagare inebrianti, insieme agli aliti del mare, dominante… Abbandonata dal prevalente transito della nuova via Felice Tonetti, nella sua attuale secondarietà via Olivella nasconde l’originaria rilevanza poiché ricalca una via romana, parte del tracciato che si vuole realizzato dal censore Lucio Valerio Flacco nell’anno 188 prima di Cristo. Da questa estremità di Formia, la via si allungava sulla costa di Vindicio e del monte Conca dove, presso l’omonima cappella viaria della Madonna, si biforcava da una parte nel golfo a servizio del “Portus Caietae” e dall’altra portarsi sulla costiera da Sant’Agostino a Sperlonga e il fondano: proprio quest’ultimo breve tratto condotto arditamente sulle falesie, sarebbe quello effettivamente realizzato da Flacco, a collegare due opposti percorsi preromani nell’occasione incrementati. L’attestazione archeologica della strada è in più parti riscontrabile e per quanto concerne il tratto litorale di Vindicio anche variamente testimoniata dal XVII secolo, sebbene ultimamente contraddetta in base ai reperti affiorati nei saggi per la realizzazione del nuovo lungomare, ma da trincee sulla parte esterna e in lungo alla carreggiata invece che opportunamente trasversali. Di fatto della via romana se ne evince la presenza e la direttrice nella parte inferiore di via Olivella sul mare, dove in un muro ottocentesco che la limita compaiono riutilizzati numerosi basoli di pietra lavica del selciato, evidentemente intercettati nello scavo di fondazione (fig. 1). Nel 2007 il terreno retrostante fu interessato alla realizzazione di due ville unifamiliari: la Soprintendenza Archeologica acertò l’assenza di testimonianze dell’epoca e un terreno vergine, dando disposizioni affinché i basoli presenti nel muro rimanessero visibili. Sullo scorcio degli anni 1950, con il passaggio della retroposta via Litoranea fu fatta ad essa sottopassata via Olivella modificando in quel punto il livello della carreggiata e l’uniforme pendenza, venendo intercettati e rimossi i resti dell’antico selciato (fig. 2). È da considerare che a Formia la pavimentazione in pietra lavica sulla via Appia è comparsa verso il basso Impero, a partire dal rifacimento della via fatto dall’imperatore Caracalla nell’anno 216 da Fondi a Formia; invece del più antico lastricato in pietra calcarea locale rimangono i singoli elementi di rado riutilizzati nei muri susseguenti, nonché lungo la salita di Conca presso il Borgo Sant’Angelo. Sulla via Olivella attualmente non vi sono presenze visibili di antiche costruzioni. Invece a metà Ottocento lo studioso formiano Pasquale Mattej documenta in una sua mappa una serie di sepolcri allineati sul limite a monte della salita in prossimità della via Appia (fig. 3): vengono riportati con forma quadrangolare di medie dimensioni, probabilmente parti basali o nuclei strutturali. Ad essi sembrano potersi riferire gli schizzi di due distinte costruzioni del genere (fig. 4), dove l’indicazione “a Vendice” deve ragionevolmente identificarsi con quelli ubicati sulla mappa lungo Via Olivella. Alla presenza dei sepolcri si confronta un reperto conservato presso il Museo Archeologico Nazionale di Formia, ritrovato nell’ambito della strada negli anni 1920 in occasione della costruzione di una casa e donato dal proprietario Bernardo Miele, il fondatore dello stabilimento balneare “Bandiera”: consiste in una scultura marmorea ascrivibile al I o II secolo d.C., che rappresenta il corpo mutilo di un animale mitologico di prevalentemente significato funerario. La caratteristica visuale del percorso storico della via Flacca – Olivella, oggi in parte compromessa dal passaggio della via litoranea, è rappresentata dalla combinazione tra la notevole pendenza della carreggiata e la stretta delimitazione dei fianchi, più evidente nella parte alta del tracciato dove vi sono gli alti muri di confine su entrambi i lati. Così da questa posizione elevata a scendere, si produce l’effetto ottico ‘a cannocchiale’ che risalta il tratto panoramico del golfo (fig. 5). Invece salendo lo sguardo è gradatamente accompagnato dai muri in curva sull’incrocio con la via Appia (fig. 6), questa però nel periodo post-bellico avvicinata di una quindicina di metri per infilare il nuovo ponte. I suddetti effetti si dimostrano alterati dove sul lato mare è stata poi abbattuta una porzione del muro relativa il fronte del dismesso “Romantic Hotel” costruito negli anni 1960. Vie ‘murate’ come questa erano consuete nelle immediate periferie ed anche nei centri abitati prima che l’urbanistica generalizzasse canoni relativi all’aumento e godibilità pubblica degli spazi privati con risultati non sempre felici. Credo che queste antiche strade così spazialmente definite costituiscano una preziosa componente del paesaggio, purtroppo continuamente stravolte come si vede lungo la via Appia ad occidente di Formia a causa dell’apertura di inviti con modalità contrastanti al valore dei siti. Esse ricadono comunque nei vincoli di tutela, non di meno per gli elementi significativi che spesso includono, veri e propri ‘muri parlanti’ della storia dei luoghi. L’auspicio di una maggiore attenzione verso queste precarie testimonianze si infrange nell’apprendere che proprio l’immediata vicinanza alla Tomba di Cicerone è interessata dal progetto di un innesto viario di sconvolgente brutalità che decreterebbe l’alienazione del monumento e il suo antico contesto, oggi appurato pertinente alla villa del celebre personaggio e dove venne trucidato il 7 dicembre dell’anno 43 prima Cristo: un uomo e un fatto delittuoso celebri e degni di considerazione nel mondo…A quanto pare non dove consegnati in lascito. Sulla via Flacca a Sperlonga e sulla villa e la Tomba di Cicerone, si veda dell’Autore in “Formianum”, Atti del Convegno IX-2001.
Didascalie immagini 1. Lo sbocco di via Olivella sul lido di Vindicio, incrocio vie Tito Scipione - Porto Caposele: a sinistra il muro include basoli lavici dell’antica via Flacca. 2. Via Olivella durante l’adattamento della carreggiata al sovrappasso della via Litoranea (circa 1958): la freccia indica alcuni basoli rimossi dell’antica via Flacca. 3. Particolare della mappa archeologica elaborata da Pasquale Mattej nel 1868: la freccia indica via Olivella con sepolcri espressi con quadratini rossi. 4. Resti di due sepolcri romani “a Vendice” in un disegno di Pasquale Mattej del 1847 presso la Biblioteca Vallicelliana in Roma. 5. Via Olivella in discesa verso con visuale indirizzata al lido di Vindicio: a sinistra il dismesso “Romantic Hotel”. 6. Via Olivella in salita nella visuale guidata dai muri in curva verso l’incrocio con la via Appia.

Nessun commento:

Posta un commento